Nosiglia a Repole: “Ho molto amato questa diocesi”
Prima di passare il pastorale al suo successore mons. Roberto Repole, mons. Cesare Nosiglia ha fatto il punto sullo stato della diocesi di Susa. Al termine un lungo applauso dei fedeli ha espresso il grazie per questi due anni trascorsi insieme all’arcivescovo di Torino e di Susa
Caro don Roberto,
Prima di consegnarti il pastorale quale segno di continuità apostolica tra il mio ministero e il tuo, secondo la volontà del Signore e del Santo Padre, desidero parlarti brevemente della diocesi di Susa che ho servito e guidato in questi ultimi due anni e mezzo circa. Malgrado la pandemia, il clero e i laici impegnati nella pastorale sono stati molto attivi in maniera intensa sia sul piano spirituale e di fede che sul piano socio-culturale.
La diocesi tu sai che è piccola rispetto a Torino e soffre in particolare della mancanza di vocazioni sacerdotali ma è una comunità ricca di prospettive positive. Dai numerosi incontri che ho avuto con i sacerdoti ,le religiose e i fedeli laici nelle parrocchie e nelle associazioni ecclesiali, mi sono arricchito nella fede e nella amore vicendevole.
Gli incontri mensili dei ritiri spirituali gestiti da diversi Vescovi emeriti o sacerdoti torinesi e da me stesso, sono stati sempre frequentati con impegno da parte dei sacerdoti arricchendo cosi il presbiterio sia sotto il profilo spirituale, che teologico e biblico
Ho considerato questo appuntamento fecondo di grazia, di preghiera e di comunione.In tante esperienze di annuncio del vangelo sorrette da un laicato e volontariato generoso e attivo nel servizio ai poveri, agli immigrati e rifugiati, non sono mancati fedeli che ho trovato disponibili a investire il proprio tempo e le proprie risorse nelle associazioni soprattutto nel campo giovanile come l’agesci,l’azione cattolica,e gli oratori e in quello catechistico, educativo ,liturgico e caritativo, ecumenico e missionario.
.Anche l’avvio del diaconato permanente ha avuto una adesione che reputo importante e positiva per questo ministero. Il Sinodo voluto dal Papa Francesco ha avuto una accoglienza molto concreta, mediante anche appositi incontri di sacerdoti e laici nelle tre zone della diocesi,l’alta valle, la media valle e la bassa valle come vengono chiamate e i nove vicariati che hanno una caratteristica tutta propria che va rispettata e tenuta in considerazione, ma la Diocesi è comunque unitaria e collegata insieme in una stretta collaborazione reciproca.
La mia visita pastorale alle parrocchie anche quelle piu’ piccole mi ha condotto ad apprezzare molto i sacerdoti e mi ha anche confermato che i cristiani di Susa sono fedeli alla tradizione religiosa e partecipano con fede e spiritualità alla Messa domenicale e alle funzioni liturgiche, soprattutto dei santi e sante patroni .
Anche i rapporti con le autorità civili come sono le istituzioni dei Comuni e i loro Sindaci,la croce rossa della diocesi,le molteplici realta ‘che operano nell’ambito del lavoro, della accoglienza dei migranti e rifugiati, sono positivi e collaborativi. Termino assicurandoti che il campo economico insieme a tutte le disposizioni che la Cei prescrive in materia. é gestito nel modo migliore, grazie all’economo e al direttore e responsabile della caritas diocesana, una realtà molto attiva e presente sul territorio.
Questi ambiti pastorali e anche altri, hanno avviato uno stretto rapporto con gli analoghi settori della curia di Torino.
Infine desidero ringraziare tutti i miei collaboratori e in particolare il Vicario Generale che è stato per me il sacerdote di riferimento piu’ vicino e mi ha permesso di svolgere il mio ministero anche se non ero presente tutti i giorni della settimana.
Non ho certo detto tutto quello che ho nel cuore perché mi dilungherei molto di piu’ in quanto ho amato questa diocesi,perché ho ricevuto dai tutti i sacerdoti,le religiose e i fedeli, altrettanto amore e vedrai che sarà lo stesso anche per te .