Mons. Nosiglia: “Quaresima, occasione per cambiare gli stili di vita”

Il messaggio dell’Arcivescovo di Torino e Amministratore Apostolico della diocesi di Susa in occasione della Quaresima 2022

Carissimi, con l’austero rito delle Ceneri inizia il periodo più santo dell’anno: la Quaresima, che, alla sequela di Gesù, ci invita a rinnovare l’itinerario battesimale di morte e di risurrezione, per predisporci a vivere la Pasqua del Signore con cuore rinnovato dalla penitenza e dalla carità.

Si tratta di un tempo caratterizzato da tre aspetti che la Chiesa non si stanca di ricordarci: un rinnovato ascolto della Parola, per convertirci al Signore e purificare il cuore dal peccato; un tempo prolungato per la preghiera, personale, familiare e comunitaria; la pratica del digiuno che sostiene gesti di solidarietà e di distacco dai beni materiali allo scopo di renderci disponibili ad una vita fraterna e di attenzione ai poveri.

Quest’anno la Quaresima coincide con un momento di particolare difficoltà per molti nostri fratelli e sorelle. La pesante crisi che ha colpito l’economia sta facendo sentire le sue ripercussioni: molti lavoratori vedono a rischio il proprio lavoro ed incerto il proprio futuro; le famiglie cominciano ad essere in affanno nel far fronte alle innumerevoli esigenze della vita quotidiana; i giovani non riescono a guardare con fiducia ad un futuro che sembra sempre meno accogliente nei loro confronti; e non mancano anche segnali di insofferenza verso quanti sono venuti da lontano in cerca di lavoro e sono ora trattati come potenziali e sgraditi concorrenti.

Poi, c’è l’incombente tragedia della guerra in Ucraina, che ci ha lasciati tutti attoniti, considerato che dopo tanti anni si pensava che una tale situazione non si sarebbe mai ripresentata. Il dolore del Papa è quanto mai eloquente, poiché si tratta di nazioni cristiane l’una contro l’altra armata. Vogliano il Signore e Maria Santissima aiutarci a superare questa situazione. Dobbiamo pregare e digiunare in questi giorni di avvio della Quaresima, per nutrire la nostra fede e il nostro indefesso impegno per sostenere la pace ad ogni costo.

Sono tutti aspetti della nostra attuale situazione che non possono non toccare il cuore dei credenti, chiamati a scoprire nelle contingenze della storia i segni del progetto di Dio per collaborare con lui alla costruzione di un mondo più umano e fraterno. «Ecco il tempo favorevole, ecco il tempo della salvezza». Queste parole, con le quali la liturgia apre la Quaresima, possono farci da guida ed essere per noi fonte di ispirazione. Un tempo difficile, e per molti doloroso, può trasformarsi infatti, se illuminato dalla Parola del Signore, in una preziosa opportunità per intraprendere cammini di fraternità e costruire percorsi di autentica solidarietà, in modo particolare con i più poveri.

Può essere inoltre una preziosa opportunità per cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate che reggono le società. In una parola può diventare l’offerta di una possibilità per cominciare ad immaginare e costruire un mondo che tenga conto di “tutto l’uomo” e di “tutti” gli uomini.

Mentre incoraggio l’annuale campagna “Pane nostro”, che ci apre ai più poveri della nostra società, desidero richiamare l’invito della Chiesa affinché tutte le comunità si facciano promotrici di occasioni di incontro, di approfondimento e di discernimento, ma soprattutto sappiano farsi vicine a quanti vivono momenti di particolare difficoltà. Invito la Caritas e l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro ad accompagnare le comunità in questa ricerca, offrendo suggerimenti che le aiutino a porre segni concreti di solidarietà e vicinanza, in particolare verso le famiglie.

A tutti rivolgo l’invito ad una Quaresima di sobrietà e di solidarietà, memori delle parole dell’apostolo Paolo: «Conoscete, infatti, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9). Sarà allora un tempo veramente ricco di frutti, che farà delle nostre comunità delle autentiche “case e scuole di comunione”.

Nell’imporre le ceneri sul capo, il sacerdote o il ministro dicono: «Convertiti e credi al Vangelo». La conversione esige un cambiamento sincero e profondo del cuore e della vita, il superamento della tiepidezza nell’amore verso Dio e il prossimo, l’impegno a superare quelle forme di auto-giustificazione e accondiscendenza, proprie della cultura evasiva e gaudente del nostro tempo, che fanno perdere il senso del peccato ed il bisogno di esserne liberati. La Quaresima è tempo di lotta e di vittoria sulle grandi tentazioni dell’uomo, che Cristo stesso ha voluto provare.

Anzitutto, il primato del pane materiale rispetto al pane della Parola di Dio. Non c’è più tempo per fermarsi a leggere la Bibbia o a pregare in casa, perché tutto è concentrato nelle cose pratiche da fare e da produrre. Il desiderio di interiorità non è spontaneo; occorre imporsi tutta una serie di scelte e priorità nella propria vita, per ridare il giusto valore e spazio alla Parola, quella di Dio e quella dell’uomo, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nella comunità; significa valorizzare il silenzio del cuore, spegnere la televisione ed il suo rumoroso fiume di parole e di immagini per riscoprire la gioia dell’incontro con le persone, dello stare insieme per il gusto di parlarsi, di guardarsi negli occhi, di ascoltare le domande più profonde e vere di chi ci è vicino.

L’altra tentazione di Gesù tocca un nervo scoperto della nostra vita: il rapporto con i soldi e le risorse economiche. Non bastano mai e questo è vero, purtroppo; ma forse non basteranno mai ugualmente, se non viene meno l’attaccamento del cuore e non si ha il coraggio di dirsi anche dei “no” e di accontentarsi di una vita più semplice ed austera rispetto ai bisogni indotti dal consumismo, dalla pubblicità o dal confronto con gli altri. La Quaresima, per superare questa tentazione, ci indica la via della solidarietà verso chi è povero o sofferente. Spendere tempo, denari e soprattutto coinvolgersi fino in fondo con queste persone significa fare un investimento, che raddoppia il capitale di amore ed è sicuro, perché nessun ladro o svalutazione ed imbroglio finanziario potrà mai privarcene.

Infine, c’è una terza tentazione che Cristo affronta: quella più difficile, perché riguarda l’orientamento di tutta la vita. Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. Se il tuo cuore batte per Dio e punti decisamente a fare la sua volontà, allora la vita riesce sempre e comunque. Ma devi lottare contro te stesso, il tuo io orgoglioso e superbo, che tende a sostituire Dio con un idolo, costruito a proprio uso e consumo. Un “dio” così va bene, perché non protesta, non ti inquieta, lo adatti ad ogni circostanza. Il Dio vero invece ti chiede obbedienza e sacrificio, disponibilità ad uscire da te stesso per fare non la tua, ma la sua volontà.

Credere al Vangelo significa lottare come Gesù con la forza della Parola di Dio e della fede, sostenuti dalla certezza che come Cristo esce vittorioso anche ciascuno di noi lo sarà. La sua Pasqua ne è la garanzia più vera e definitiva.

Cesare vescovo, padre e amico

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