Il commento del Vescovo sull’Assemblea diocesana del 13 ottobre

GIOVANI, FEDE, DISCERNIMENTO

 

Sabato 13 ottobre 2018 si è tenuta l’Assemblea diocesana. Una giornata insieme, organizzata dai giovani con le forze attive di tutta la diocesi. Il primo risultato positivo lo abbiamo constatato nella generosità e impegno dei giovani per la buona riuscita dell’Assemblea. Il salone di Villa San Pietro a Susa ha faticato a contenere tutti i partecipanti e due terzi erano giovani.

Dando spazio ai giovani, si sono dimostrati all’altezza della situazione. Inoltre la sinodalità invocata da Papa Francesco è stata una splendida realtà. Fossero tutti profeti nella Chiesa! Con umiltà, Spirito e disponibilità la profezia si fa strada nella nostra comunità ecclesiale.

…si deve aver fiducia che la Provvidenza si serve di tutti, anche di chi dice una cosa errata, ma con il suo intervento richiama alla riflessione e alla ricerca della verità…

Un forte impegno di tutti al dialogo, che implica ascolto dell’altro anche di colui di cui non si condividono le posizioni o che ci sembra lontano dalla verità. Ognuno può collaborare con il “coraggio di parlare”, esponendo umilmente i propri punti di vista. Perché l’Assemblea sia un momento di discernimento ecclesiale, alla luce della fede in Gesù Cristo che è presente in tutti, si deve aver fiducia che la Provvidenza si serve di tutti, anche di chi dice una cosa errata, ma con il suo intervento richiama alla riflessione e alla ricerca della verità. Chiunque può aiutare ad allargare di più la nostra conoscenza della verità, che per tutti è sempre parziale e limitata. Quanto siamo lontani dal conoscere Dio, che è verità infinita, e le cose da Lui create!

L’impegno dei giovani non deve fermarsi qui, ma diventino protagonisti della vita diocesana. Tutti impegnati perché tutti corresponsabili. Qual è la mia missione nella vita? Quale il mio impegno nella Chiesa? Come mettere a disposizione i talenti che ho ricevuto? Se la verità ci fa liberi: innamoriamoci della libertà! Che non è anarchia o fare ciò che ci salta in testa, ma liberi di far nostro ciò che è giusto, buono, bello, santo. Per la libertà dobbiamo essere inquieti. Il Papa ci consiglia di non “scaldare le poltrone” (cf. Francesco, Incontro con i giovani a Palermo, 15 settembre 2018). Inquietudine nel cercare sempre di più la verità e ciò che ci dona gioia vera. L’entusiasmo per la giustizia, la verità, la carità rende i giovani trasparenti alla presenza di Gesù Cristo in loro. Dimostrano inoltre una forte capacità di impegno e di saper mantenere la loro decisione presa nei confronti della fede in Colui che amano.

 Tutti sentono che la loro vocazione è illuminata dall’amore, poiché Dio è amore infinito e noi siamo a sua immagine nella realizzazione di noi stessi. Non avremo perso tempo se lasceremo il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. “Il bene tende sempre a comunicarsi (Evangelii gaudium 9) e teniamo conto che “la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo” (Documento di Aparecida 360, cit. in EG 10).

Per acquistare forza spirituale tutti i presenti all’Assemblea hanno partecipato alla santa Messa in cui si è meditato sulla grandezza della Parola di Dio che ci fa beati come Maria Santissima e, se mettiamo in pratica la Parola, permette un discernimento sempre più profondo della volontà di Dio. Sono le scelte che farebbe Gesù Cristo se fosse al nostro posto.

Come i giovani devono prendersi carico della vita della Chiesa? Il loro entusiasmo è una forza che può cambiare molte cose. Di questo bisogna essere convinti.

Dai lavori assembleari è parso più chiaro che i compiti e le responsabilità nella Chiesa e nella società devono ora essere prese in carico da tutti e in particolare dai giovani, che non sono la Chiesa di domani, ma la Chiesa di oggi. Come i giovani devono prendersi carico della vita della Chiesa? Il loro entusiasmo è una forza che può cambiare molte cose. Di questo bisogna essere convinti. Hanno inoltre una forte capacità di impegno per mantenere le decisioni prese nella fede per Colui che amano. Se vogliono qualcosa si impegnano senza riserve per averlo, e se vogliono l’amicizia con qualcuno, mostrano senza riserve la loro fedeltà. Essi hanno molte cose da dire e molti sentimenti da esprimere: devono poterli rendere pubblici e discuterli con le persone di buona volontà.

Il Santo Padre Francesco ha portato un esempio del rapporto fra le generazioni per avere sintonia fra esse: i nonni sono come le radici di un albero, i giovani come le foglie e i frutti, ma se si taglia il legame e il rapporto con le radici, le foglie e i frutti muoiono. Dialoghiamo fra nonni e nipoti e tutti cresceremo in umanità. Nel dialogo il primo passo dev’essere per tutti quello dell’ascolto, tenendo sempre conto che la nostra limitatezza ci permette di conoscere le cose solo parzialmente e nel dialogo con gli altri possiamo allargare i punti di vista e quindi la nostra conoscenza. Socrate diceva: “So di non sapere” (Platone, Apologia), perché si rendeva conto che molto di più era ciò che ancora non conosceva. Questo ci dovrebbe spronare molto, nell’umiltà, a dialogare per conoscere di più. Il dialogo ci fa crescere nel discernimento.

Il dialogo si fa centrale se fatto con la Parola, che diventa indispensabile perché è Gesù risorto — Parola di Dio — che vive in noi…

I giovani hanno convenuto nell’importanza di leggere il documento di questo Papa, l‘Evangelii gaudium, perché ricco di spunti per crescere nella nostra vita e nel discernimento. Circa il dono della fede, premesso che la nostra fede non può quasi mai restare allo stesso livello: o cresce o decresce perché non nutrita. Il dialogo si fa centrale se fatto con la Parola, che diventa indispensabile perché è Gesù risorto — Parola di Dio — che vive in noi e “chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Quanto e quale tempo dobbiamo dare alla Parola?

Tra i numerosi spunti che sono usciti sia dalle relazioni degli oratori, sia dai lavori nei gruppi non poteva mancare la gioia vera di cui tutti vorremmo sia impregnata la nostra vita. Essa è nutrita di gratuità nel donarci per gli altri come ha fatto Gesù fino alla offerta in croce. Vivere la Pasqua con umile amore è il dono dello Spirito, che si conquista in tutta la nostra vita cristiana. La Chiesa ci accompagna ma noi siamo accompagnatori per gli altri fedeli?

Non posso riportare qui tutti gli spunti che la giornata assembleare ci ha fornito, ma rimando a due cose:

  1. I gruppi hanno presentato ciascuno un proposito e una domanda. Queste provocazioni, raccolte dovranno essere distribuite ai presenti all’Assemblea ed anche agli altri nelle parrocchie, perché si continui nel lavoro sinodale di impegno e di risposta.
  2. Ci si vuole ritrovare a febbraio, tutti insieme e anche di più, per mettere in comune quanto da oggi a febbraio i gruppi parrocchiale, i movimenti e le associazioni avranno prodotto. Sarà un pomeriggio o serata gioiosamente di nuovo insieme.

+Alfonso

Da La Valsusa di giovedì 18 ottobre

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